Cotticelli, ma cosa hai combinato?

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Ospite in prima serata a “Non è l’Arena”, programma di La7 condotto ogni domenica da Massimo Giletti, Saverio Cotticelli ha beneficiato dell’occasione di potersi difendere dalle accuse piombategli addosso l’indomani dell’esonero dall’incarico di Ministro alla Sanità della Calabria.

Il polverone mediatico issatosi dopo la famosa intervista in cui ha lasciato intendere non solo di non avere un piano AntiCovid ma anche di non sapere di doverlo lui stesso redigere l’ha investito a tal punto da accettare volentieri l’invito dell’emittente televisiva per fornire la sua personale versione dei fatti.

Eppure, le aspettive dei calabresi e dei milioni di italiani che hanno deciso di assistere alla diretta in prima serata sono state clamorosamente tradite. Cotticelli non solo non ha chiesto scusa alla sua Regione per i danni che ha inevitabilmente causato – la Calabria è stata inserita in zona rossa e le strutture ospedaliere non sono organizzate – ma ha lasciato intendere di essere stato vittima di un attacco mediatico senza precedenti.

Non solo: ha dichiarato di essersi presentato a quell’intervista visibilmente alterato. Forse “preda di un malore e intendo provvedere nei prossimi giorni ad accertarmi sulle cause che l’hanno provocato” o forse troppo stressato “dalle mail e chiamate politiche e istituzionali che in questo periodo si sono susseguite e che non mi hanno dato tregua”.

O forse, aggiungiamo noi, preso miseramente in castagna dai dati, dai numeri, dalle motivazioni che hanno portato a decretare la Calabria “zona rossa”, ora molto più chiare ai calabresi e all’Italia intera. 
Le scuse che Cotticelli ha accampato non sono sembrate soddisfacenti. E pure gli attacchi che l’ex Ministro ha velatamente lanciato – “le Istituzioni centrali preposte hanno rotto solo 4 mesi dopo il silenzio rispondendo in grave ritardo ai miei solleciti” – non sembrano convincere nemmeno più di tanto.

I calabresi stanno pagando un prezzo altissimo, la Sanità ha fallito investendo soldi in ospedali mai conclusi. 
L’onestà, la trasparenza, la solidarietà tra Amministrazione, Istituzioni e cittadini – l’abbiamo già scritto – è ai minimi termini. Per giunta l’esordio del nuovo Commissario alla Sanità Giuseppe Zuccatelli, scelto dal Consiglio dei Ministri in un punto straordinariamente all’ordine del giorno, non promette affatto bene.

“La mascherina non serve a un c****” ha dichiarato lo scorso 27 maggio nel corso di un dialogo informale ripreso attraverso un video diventato in fretta virale già l’indomani della sua nomina.

Ora, tralasciando pure i criteri di selezione e le motivazioni reali che hanno indotto il Governo a optare proprio per la soluzione Zuccatelli quale neo Commissario della Sanità, la domanda è: chi giustificherà ai cittadini calabresi lo scempio che tutta questa situazione sta miseramente evidenziando? 

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