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Gli Sciami, la nuova generazione di droni intelligenti

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Erano i primi anni 2000 quando iniziarono a diffondersi i droni nel mondo dello spettacolo, sia per le riprese cinematografiche sia per le manifestazioni sportive di ogni genere, come il Super Bowl negli Usa, ma anche per spettacoli di luci e coreografie aeree, soprattutto in Cina, Europa e Australia. Il loro utilizzo è sempre più cresciuto, fino ad ora, momento in cui si stanno sviluppando nuovi droni in grado di muoversi organizzati in sciami e di cambiare formazione all’occorrenza per le più svariate funzioni.

Gruppi di droni

Già nel 2015 in California, in occasione del “Coachella Valley Music and Arts Festival”, cento droni Shooting Star con dei led integrati volarono nello spazio aereo americano. Venne così dimostrata la possibilità di impiegare gruppi di droni per intrattenere il pubblico, garantendo la massima sicurezza. Il numero dei droni utilizzati per spettacoli e coreografie è aumentato gradualmente fino a superare le 500 unità, in accordo con le direttive della FAA (Federal Aviation Administration).

Negli Usa la principale sviluppatrice di droni è la Darpa, l’agenzia di ricerca del Pentagono, che ha concepito una nuova generazione di dispositivi realizzati con le tecnologie più avanzate del momento: si tratta di sciami di droni. Anche tutte le industrie aerospaziali dei vari Paesi se ne stanno occupando e il fine comune, ad oggi, è quello di sviluppare un sistema in grado di replicare il comportamento degli stormi di uccelli, che mutano la propria formazione in base alle esigenze del collettivo, interagendo e trovando soluzioni alternative ai vari ostacoli che potrebbero incontrare lungo il percorso. Il tutto grazie ad un’intelligenza comune che li collega.

Quali saranno le funzioni degli sciami?

Gli sciami saranno differenziati in base al compito che dovranno svolgere. In ambito militare, ci saranno droni destinati a scortare un aereo madre pilotato, chiamati “fedeli gregari”, che si occuperanno degli obiettivi designati e avranno un’autonomia di circa tremila chilometri. Un altro tipo, invece, è stato progettato per la ricognizione e per la guerra elettronica: i droni verranno sganciati dall’aereo madre e avranno un’autonomia di circa 10 ore. Potranno avere delle bombe volanti integrate nella propria struttura o fungeranno da disturbatori e saturatori per le comunicazioni. Ci sono poi droni capaci di contrastare i missili nemici.

La cosa che accomuna i dispositivi è che utilizzano algoritmi di intelligenza artificiale, fino a comportarsi come un unico organismo compatto in grado di adattarsi alle situazioni. Questa capacità sarà applicabile sia in campo militare ma anche in quello civile, come per i droni-taxi. La diffusione del 5G e lo sviluppo di un’IA in grado di gestire i dispositivi in sicurezza sono le priorità. Per i primi anni i voli dovranno essere supervisionati, ma si stima che in breve tempo i dispositivi lavoreranno autonomamente.

Uno dei problemi principali da affrontare consiste nella gestione dei droni molto distanti dalla base, ma si è già pensato ad un hub volante che farà da riferimento ad un determinato sciame. Il vero problema è invece la regolamentazione ancora non abbastanza efficace per far decollare un mercato del genere, per il quale in Italia sono interessate anche le forze dell’ordine come Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza, Guardia Costiera.

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