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Mario Draghi, whatever it takes

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Dopo essere stato invocato per anni, adesso, eccolo qua. Mario Draghi è stato incaricato da Sergio Mattarella di formare un nuovo governo. La suggestione dell’ex presidente della Banca Centrale Europea a Palazzo Chigi è finalmente realtà, o quasi: se l’ex numero uno di Francoforte non dovesse riuscire nell’intento di trovare una maggioranza (se larga e solida tanto meglio) in Parlamento, il sogno sfumerebbe a un passo dal realizzarsi. Lasciando molti di noi con l’amaro in bocca (eufemismo) e una lasciandoci anche una vagonata di rimpianti e di rimorsi di cui faremmo una gran fatica a liberarci. E a perdonarci. Come cittadini, come Paese.

Mario Draghi potrebbe essere il quarto premier “tecnico” dopo Carlo Azeglio Ciampi, Lamberto Dini e Mario Monti. Mario Draghi è (forse) l’ultima spiaggia. Anzi, togliamo anche il forse. Mario Draghi è l’ultima spiaggia. In tutti i sensi. E non solo l’ultima spiaggia prima delle elezioni anticipate – peraltro in piena pandemia, non proprio il massimo –, che comunque in un Paese normale sarebbero sempre e comunque le benvenute. Perché andare a votare in un sistema democratico è sempre cosa buona e giusta, anche – ovviamente! – quando gli avversari politici sono i favoriti-favoritissimi. Ma l’Italia, lo sappiamo bene, Paese “normale” non è.

Per cui, ben venga il cosiddetto “governo del presidente”*, che incostituzionale non è (a differenza di quello che sbraitano, ragliano e belano in molti).

*Dicesi governo del presidente quell’esecutivo di breve durata, con programma e obiettivi limitati, scelto dal capo dello Stato.

Benissimo. Allora, la “breve durata” è prevista dal fatto che nel 2023 i cittadini-elettori italiani saranno chiamati a rinnovare Camera e Senato. E uno. “Il programma e gli obiettivi limitati” ci sono e li ha elencati tanto sinteticamente quanto in modo chiaro e fermo l’ex presidente della Bce stesso, così: “Vincere la pandemia, completare la campagna vaccinale, offrire risposte ai problemi quotidiani, rilanciare il Paese”. E due. “Scelto dal capo dello Stato” è stato scelto dal nostro capo dello Stato. E tre! E andiamo!

Signor presidente incaricato, siamo con te. E scusaci se ti diamo del tu. Siamo con te perché sei economista con la “e” maiuscola e i controc…gli attributi! Ti sei laureato in Economia alla Sapienza di Roma, ti sei specializzato al “mitico” Mit di Boston, sei stato direttore generale del ministero del Tesoro, sei stato vice presidente, consigliere delegato e membro del comitato esecutivo di Goldman Sachs, sei stato governatore di Bankitalia, sei stato presidente della Bce, sei stato il presidente del consiglio nei nostri sogni. E ora, forse, lo sarai veramente. Sogniamo pure a occhi aperti, allora. Ce lo meritiamo, ne abbiamo un gran bisogno.

“L’apostolo delle élite”, “L’uomo della finanza, delle banche, dei poteri forti, delle lobbies” e chi più ne ha, più ne metta. Del signor Draghi Mario si è detto, si dice e si dirà di tutto. Senza perdere tempo a commentare (e/o smontare) certe strampalate teorie e sparate, affidiamo la nostra risposta al curriculum di cui sopra. Che è CV non da tutti e che è CV che fa invidia un po’ a tutti, a partire da chi siede a Montecitorio e Palazzo Madama…

“Sei bella come il Whatever it takes” di Mario Draghi ha scritto qualcuno su un muro, diventando virale sui social e strappando una risata. Perché quell’estratto del suo discorso a Londra (in inglese, off course, peraltro ottimo), in uno dei momenti più difficili, critici e bui per l’Unione Europea e l’euro, è bello, ma veramente bello. Per la scelta delle parole, per il tono della voce, per la forza del contenuto.

“But there is another message I want to tell you. Within our mandate, the ECB is ready to do whatever it takes to preserve the euro. And believe me, it will be enough”

Traduzione: “Ho un messaggio per voi: nell’ambito del nostro mandato, la Bce è pronta a fare tutto il necessario per preservare l’euro. E, credetemi, sarà abbastanza”.
(E così è stato).

Brividi. Goduria. Per qualcuno ha anche un qualcosa di erotico. Per qualcun altro è praticamente un porno, rispolverato o conosciuto in questi giorni, con il quale dilettarsi.

Sentimenti, eros e onanismo a parte, diciamolo chiaro e tondo: Mario Draghi, whatever it take. Mario Draghi, what it takes. Mario Draghi, a ogni costo. Mario Draghi è quello che ci vuole. Insomma, Mario Draghi a ogni costo, perché è quello che ci vuole!

Mario Draghi è l’uomo che ha salvato l’euro. Speriamo che Mario Draghi possa diventare anche l’uomo che ha salvato l’Italia.

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