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Aspettavamo le notti magiche, ora eccole qua: sogna, Italia, sogna!

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“Sabato 18, alle ore 20:25, in telecronaca diretta da Wembley, Inghilterra-Italia, valevole per la qualificazione alla Coppa del Mondo. Fantozzi aveva un programma formidabile: calze, mutande, vestaglione di flanella, tavolinetto di fronte al televisore, frittatona di cipolle per la quale andava pazzo, familiare di Peroni gelata, tifo indiavolato e rutto libero!”

Forse non tutti, venerdì 11 giugno verso le 21, seguiranno l’outfit, la dieta e la filosofia del ragionier Ugo Fantozzi – soprattutto per questioni climatiche – in vista dell’imminente partita inaugurale dell’Europeo di calcio 2020, pardon 2021 (visto che è stato posticipato di dodici mesi causa pandemia di Covid) tra Italia e Turchia, all’Olimpico di Roma.

Più di qualcuno, senza dubbio, evocherà l’iconica scena tratta da Il secondo tragico Fantozzi, magari prendendo in mano anche lo smartphone per andare su YouTube e rivedersi quei divertenti, indimenticabili secondi.

Tutti (o quasi), sicuramente, saranno incollati alla televisione – su Rai Uno o su Sky – per tifare la nostra nazionale. Da soli, in famiglia, con gli amici. Perché è questo il bello dello sport, del calcio e della nazionale, quando ci sono i Mondiali (tranne quando non ci qualifichiamo…) e gli Europei: vedere le partite dell’Italia tutti insieme, coinvolgendo magari anche persone che durante l’anno si tengono alla larga – o vengono tenute alla larga – dalle partite della propria squadra del cuore. Perché la nazionale è identità, inclusione, condivisione.

Notti magiche, queste del calcio estivo, queste trascorse con gli amici a cantare l’inno a squarciagola, a bere e mangiare, a ridere e scherzare, a tifare ed esultare, a bestemmiare e disperare. E ad abbracciarsi, per esultare o consolare, anche se c’è il Covid e quindi bisogna stare attenti.

La sfida con la Turchia è la prima vera prova del nove per gli azzurri di Roberto Mancini, che arrivano da 27 risultati utili consecutivi (22 vittorie e 5 pareggi). Ecco, per gli amanti della scaramanzia più che della statistica, la paura è che adesso, quando il gioco si fa veramente duro – non che le qualificazioni fossero un tenero scherzo, eh – i nostri ragazzi possano inciampare.

Turchia, Svizzera (16 giugno) e Galles (20 giugno), sempre a Roma, in un Olimpico con capienza ridotta al 25% circa, che significa, più o meno, 18/20mila spettatori. Ma sarà bello, bellissimo lo stesso. Così come è già bello, per chi gioca e per chi guarda, riavere gli spalti un po’ pieni.

Non rivivremo dunque le scene di Italia 90 con lo stadio gremito, bandierine tricolore in ogni ordine di posto.  Ma rivivremo – statene certi! – il tifo indiavolato. E, se volete, anche il rutto libero.

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