Giusti Wine è una cantina ipogea a Nervesa della Battaglia (Veneto). La sua copertura sinuosa e ricoperta di viti si confonde con i campi coltivati alle pendici del Montello, dove da tempo Ermenegildo Giusti – fondatore dell’azienda Giusti Wine – desiderava costruire una nuova struttura sostenibile dedicata alla produzione del vino.
Progettata dall’architetto Armando Guizzo, la cantina Giusti Wine si compone di cinque livelli che arrivano a otto metri sotto terra. Solo due piani sono apogei, coperti da un tetto verde che segue la morfologia del territorio. Un’architettura calata nel contesto ambientale e curata in ogni dettaglio per cui sono stati necessari cinque anni di lavoro.
Si tratta di un lavoro fortemente voluto dall’imprenditore Ermenegildo Giusti, che dopo aver consolidato il suo successo in Canada dove nel settore immobiliare, ha deciso di investire sul territorio a lui caro, che vuole tutelare e rendere un’eccellenza. Anche grazie alla costruzione della nuova cantina Giusti Wine. “Le pratiche ambientali corrette richiedono importanti investimenti”, ci racconta Ermenegildo Giusti. “Ma hanno sempre ricadute sociali ed economiche positive”.
Domanda. Quali sono stati gli step che hanno portato alla realizzazione della Cantina Giusti Wine in provincia di Treviso?
Risposta. Sono originario di queste terre, che amo e dalle quali mi sono separato appena diciottenne per andare a lavorare in Canada. Grazie alla voglia di costruire qualcosa di grande e all’amore per l’Italia che ho voluto esportare nel mondo. La Giusti Group è divenuta una tra le più importanti realtà economiche del Canada. Tornare nella mia terra di origine e investire per restituire un po’ di quella ricchezza ottenuta alla realtà dalla quale provengo è stato per me naturale.
Ho iniziato nel 2000 con due ettari di vigna donati da mio suocero, oggi la Giusti Wine si estende su 125 ettari, possiede 10 tenute e una delle cantine più belle d’Italia. Non ho investito solo nelle mie proprietà: una delle maggiori soddisfazioni è stato il restauro dell’Abbazia di Sant’Eustachio, dove fu scritto il Galateo da Monsignor Della Casa, che oggi è stata restituita alla comunità locale.
D. Quali sono gli elementi che caratterizzano di più l’architettura della cantina?
R. Ho voluto una cantina maestosa che si inserisse nell’ambiente in modo armonico, per questo il suo tetto ricorda l’andamento delle colline del Montello e permette all’edificio di mimetizzarsi nel paesaggio. Ciò è stato reso possibile grazie ad un lavoro durato cinque anni, che ha portato a costruire tre piani sotto il suolo.
La cantina Giusti Wine è stata pensata come un luogo di produzione ma anche e soprattutto come un luogo d’incontro. Ogni nostro ospite entrando alla Giusti Wine si immerge nella nostra storia, nel nostro paesaggio e nella nostra cultura per il bello. La passeggiata di 400 metri sotterranei, che circonda la cantina di vinificazione, racconta chi siamo attraverso immagini.
D. Siete molto attenti al territorio. Quali sono gli strumenti che utilizzate per tutelarlo?
R. Facciamo molto per proteggere l’ambiente: stiamo sperimentando la viticoltura biologica in 24 ettari di vigneto e in tutti gli altri operiamo secondo i principi della lotta integrata. Inoltre, stiamo puntando sui vitigni ibridi resistenti, varietà di vite ottenuta da incroci che permettono di eliminare o quasi qualsiasi trattamento chimico.
Quando sono tornato nella mia terra di origine, dopo tanti anni in Canada, ho visto che molti animali e molte piante spontanee non c’erano più. Il mio orgoglio maggiore è vedere oggi come sono tornati le pernici, le lepri, i rapaci. Questo risultato è anche dovuto alla cultura del rispetto e della bellezza dell’ambiente, che abbiamo diffuso.
D. l processo di produzione del vino unisce tradizione e innovazione. Quali sono i metodi più moderni che utilizzate?
R. Abbiamo scelto la migliore enologa italiana, Graziana Grassini, per interpretare i nostri vini e una cantina all’avanguardia è indispensabile per lavorare in modo impeccabile. In cantina abbiamo introdotto sistemi all’avanguardia che sfruttano l’intelligenza artificiale per la gestione della pressatura, delle temperature di vinificazione e rifermentazione e per l’organizzazione del magazzino di stoccaggio.
Quest’ultimo è il nostro fiore all’occhiello. Il lavoro in magazzino è particolarmente gravoso per gli operai perché implica grandi sforzi fisici. Noi rispettiamo i nostri collaboratori e preferiamo valorizzarli con altri lavori. Per questo il magazzino è robotizzato e gestito in modo computerizzato in ogni suo aspetto.
D. Aderite a qualche protocollo di certificazione green? Come funziona e cosa comporta?
R. L’azienda ha ottenuto nel 2019 la certificazione Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata (SQNPI), promossa dal Ministero delle Politiche Agricole. Fin dall’inizio abbiamo messo in campo pratiche agronomiche di gestione del suolo e fitosanitarie responsabili, che riuscissero a garantire la salubrità e la sostenibilità. Pratiche ambientali corrette richiedono importanti investimenti, ma hanno sempre ricadute sociali ed economiche positive.
D. Qual è il segreto per essere amati anche all’estero?
R. Il segreto per essere amati è essere orgogliosi di chi si è e di cosa si fa. Credo che l’Italia sia il più bel Paese al mondo, tutti vorrebbero vivere nella nostra nazione e abbiamo dei prodotti straordinari. Valorizzarli è l’unico modo per avere successo.