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Capitolo 3.
Tempio degli Jedi, architettura sacra o headquarters?

A qualcuno, invece, manca il suolo sotto i piedi. È ora di ritornare con le ruote per terra. Salto spazio-temporale e torniamo a Coruscant, le cui strade sono una scenografia di grattacieli sinuosi, che lasciano spazio, al centro, a una monumentale struttura più bassa e possente. Il Tempio degli Jedi si staglia come una fortezza sacra, dura e caritatevole al tempo stesso. Il suo corpo spigoloso e imponente è coronato da cinque torri sottili, che guardano speranzose verso il cielo.

La sacralità del tempio e le sue torri ricordano Santa Sofia a Istanbul. Ma il busto geometrico si interpreta in una chiave di monumentalità più moderna, pulita, razionalista. L’intersecazione di volumi ricorda l’Administration Larkin Building, edificio per uffici firmato da Wright. Un progetto che rappresentò la modernità non solo dal punto di vista estetico ma anche da quello tecnico: il maestro americano suggerì innovazioni come le porte di vetro, i mobili in acciaio e l’aria condizionata. Ed era solo il 1904.

Ecco quindi alcuni modelli superlativi per il tempio dei guardiani di pace e giustizia della Repubblica. Gli Jedi. Monaci-guerrieri che sono stati soggetti, come tutte le cose, alla corruttibilità e all’alterazione. L’importante è che rimanga testimonianza della storia per non ripetere gli errori del passato. La storia, per Santa Sofia, è stata mantenuta: prima chiesa ortodossa, poi cattolica, infine moschea. Diventò un museo contenente la memoria delle sue trasformazioni, prima che il presidente della Turchia Erdogan la riconsacrasse a moschea. Non sopravvisse, invece, il Larkin Building, che in un atto inspiegabile di negazione del genio di Wright fu distrutto nel 1950.

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