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Torre Littoria Torino, il primo grattacielo italiano di epoca fascista

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Inizialmente deputata a ospitare residenze, uffici di lusso e la sede del Partito Nazionale Fascista, la Torre Littoria di Torino divenne un bene della Società Reale Mutua Assicurazione, che oltre a finanziarne la costruzione, divenne anche l’unico proprietario. L’insegna della società svetta ancora in cima al palazzo situato a pochi passi da Piazza Castello.

Firmata dall’architetto Armando Melis de Villa e dall’ingegnere Giovanni Bernocco nel 1933, nell’ambito dell’aggressivo processo di rinnovamento urbano che caratterizzò molte città d’Italia nel primo Novecento, la Torre Littoria è considerata il primo grattacielo italiano di epoca fascista, da qui il soprannome Ël dil dël Dus, il dito del Duce.

Torre Littoria di Torino

Con i suoi 19 piani e 87 metri di altezza (109 con l’antenna metallica che la sormonta), la torre Littoria di Torino è anche uno dei primi edifici civili realizzato con tecnologie all’avanguardia per l’epoca, come la struttura portante metallica, rivestita esternamente in laterizio.

Terminato nel 1940, l’edificio si compone di due corpi: uno basso di nove piani, sovrastato da una torre di 19 piani. L’aspetto monolitico e razionalista, così diverso dai palazzi barocchi di piazza Castello, ha fatto guadagnare alla Torre Littoria anche il nomignolo di “torre arrogante” o, senza andare troppo per il sottile, di “pugno nell’occhio”.

Leggi anche: lista grattacieli di Torino

Cosa si trova nella torre Littoria

Un appartamento nella Torre Littoria di Torino
Un appartamento nella torre Littoria di Torino – © Mcd

Tramontata l’ipotesi di costruire in cima alla torre un ristorante di lusso, con un ascensore esterno panoramico, oggi il complesso ospita uffici e residenze di lusso. Dodici appartamenti deluxe della Torre sono disponibili in affitto con servizi di concierge, palestra, lavanderia, e prezzi che variano da 30 a 100 mila euro l’anno.

Se volete approfondire la storia di questa costruzione, simbolo nel bene o nel male, della città di Torino, potete leggere il libro “L’incanto della Torre. Segreti, splendore e polemiche della costruzione più discussa di Torino”, scritto dal nipote di Armando Melis de Villa, Gian Luca Giani.

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