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Navi cargo, le nuove alleate contro gli tsunami

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Sono passati quasi 17 anni da quando, grazie a quello che allora era il principale mezzo di comunicazione di massa, ossia la televisione, si sono fissate nella nostra mente le immagini dello tsunami nell’Oceano Indiano di fine 2004, che provocò la morte di centinaia di migliaia di persone.

Da allora, la comunità scientifica si è più volte impegnata con lo scopo di trovare una soluzione per prevenire queste tragedie naturali. Tra i progetti più interessanti e recenti, ne rientra uno che coinvolge le navi cargo. Scopriamo qualcosa di più in merito.

Navi cargo contro gli tsunami: il nuovo sistema di allerta

Dell’ultimo sistema di allerta contro gli tsunami si sta parlando in questi giorni su Wired a seguito di un articolo comparso sulle pagine della rivista Earth and Space Science. In cosa consiste di preciso il progetto? La prima cosa da dire è che vede coinvolti M.J. Hossen, esperto della University of Colorado Boudler, Iyan E. Mullia dell’Earthquake Research Institute della University of Tokyo, ma anche David Mencin e Anne F. Sheenan, attivi presso lo stesso ateneo di Hossen.

Il loro lavoro, portato avanti con la piena consapevolezza dell’importanza che ha per tantissime comunità costiere la messa a punto di un sistema di allerta contro gli tsunami il più possibile efficiente ed economico, è partito da uno status quo che vede come principale riferimento al momento il sistema satellitare globale di navigazione (GNSS), che ha il contro di non essere alla portata economica di tutti i Paesi.

Per ovviare a questo oggettivo problema – gli tsunami, in contesti di forte disagio economico, possono peggiorare ulteriormente la situazione – M.J. Hossen e gli altri esperti sopra citati hanno preso in esame la possibilità di utilizzare i dati relativi alla posizione delle navi cargo che viaggiano in prossimità delle zone costiere.

Nello studio sopra citato, che è stato pubblicato online il 22 febbraio 2021, gli esperti partono supponendo che ogni nave sia dotata di un sensore GPS in grado di misurare l’altitudine e, di riflesso, di rilevare gli tsunami.

I dettagli dello studio (e un contro non indifferente)

Gli esperti che hanno condotto lo studio si sono basati sul sistema di assimilazione dei dati, ossia una tecnica, utilizzata anche per le previsioni meteo, che incorpora le varie osservazioni nell’ambito di un modello numerico che permette di migliorare i dati relativi alle previsioni.

Entrando nel dettaglio del loro lavoro, facciamo presente che l’altezza e la velocità degli tsunami sono state simulate utilizzando un modello di propagazione lineare. Nell’ambito delle simulazioni da loro effettuate, è stato possibile apprezzare un’elevata accuratezza di rilevazione e un’affidabilità di previsione entro 15 minuti dal possibile tsunami.

Tutto questo ha però un contro. Quale di preciso? Il fatto che questo sistema per la rilevazione e la previsione degli tsunami non potrà essere disponibile immediatamente. Il motivo è legato al fatto che, oggi come oggi, le navi commerciali utilizzano quotidianamente il GPS per tracciare la loro latitudine e longitudine, ma non per raccogliere dati relativi all’altitudine.

Le suddette rilevazioni, che per essere decisive devono prevedere la trasmissione dei dati in tempo reale, dovrebbero includere l’altitudine, un’informazione fondamentale per rilevare i cambiamenti di elevazione della superficie marina. Per farlo, però, dovranno essere migliorate la precisione e l’elaborazione dei dati GPS utilizzati dalle navi.

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