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Sensori in nanoparticelle d’oro, i tatuaggi del domani

sensori nanoparticelle oro

Continuano serrati i test e le ricerche sui sensori in nanoparticelle d’oro. Veri e propri tatuaggi, sia sopra sia sottocutanei, che cambiano colore quando reagiscono con determinate sostanze all’interno del corpo. L’obiettivo? Monitorare la salute e le condizioni fisiche delle persone.

La ricerca sta facendo passi da gigante, in particolare sui materiali da utilizzare per questi sensori. L’ultima novità riguarda l’utilizzo delle nanoparticelle in oro, le quali conferirebbero una durata più lunga agli impianti.

Le prime fasi di sviluppo

Il progetto iniziale, nato da un team di ricercatori della Pennsylvania State University, consisteva in dei sensori da applicare sulla pelle, simili a dei tattoo. Ovviamente, essendo solo alle prime fasi di sviluppo, ci sono stati degli ostacoli da superare. Uno dei più grandi è stato l’alta temperatura alla quale avveniva il processo di sintetizzazione, necessario per applicare i sensori alla pelle.

I sensori, inizialmente in nanoparticelle in argento, potevano essere fissati solo a una temperatura di 300 °C. Questa, ovviamente, è troppo alta per essere sopportata da qualsiasi persona! Si è pensato allora di aggiungere un ulteriore strato di nanoparticelle, ma non è stato comunque abbastanza.

Come saranno e funzioneranno i nuovi sensori?

La svolta sembra essere arrivata con il cambiamento di materiale per la costruzione dei sensori. I nuovi sistemi si presenteranno come una sorta di “tatuaggio invisibile“, stavolta sottopelle.

Le dimensioni saranno ridotte: lo spessore sarà nella maggior parte dei casi inferiore ad un millimetro e la larghezza quasi quanto una moneta da 10 centesimi di euro. Per favorire l’integrazione dei sensori col sistema immunitario umano, si è pensato di rivestirli con dell’idrogel, che ne impedisce eventuali movimenti o il danneggiamento. Subito dopo l’impianto, i sensori vengono integrati da vasi sanguigni e cellule.

Al momento i ricercatori stanno effettuando i test su topi nudi. Le cavie assumono dei quantitativi di antibiotico che, al contatto con le nanoparticelle d’oro, ne cambiano il colore. Per verificare questo cambiamento si utilizza un apparecchio non invasivo.

I sensori sono in grado di rilevare più biomarcatori o medicinali allo stesso momento. Questo tipo di impianti potrebbero rivelarsi fondamentali per la ricerca di nuovi farmaci e per tenere sotto controllo l’avanzare di malattie e relative cure.

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