Quando si parla di Milano si inquadra la città italiana che negli ultimi anni ha saputo più di altre aprirsi a uno spirito innovativo e di respiro internazionale, anche elevandosi al cielo con nuovi grattacieli.
Il cigno nero dell’emergenza sanitaria ha impattato fortemente: per rendersene conto, basta rammentare i dati diffusi da Assolombarda a inizio aprile. Dai dati emersi risulta che, in città, è stato registrato un calo degli occupati pari all’1,3% (rispetto ovviamente al periodo pre-Covid). A essere stati colpiti sono soprattutto i settori dell’accoglienza e della ristorazione. Quella che è una crisi inimmaginabile fino a un anno e mezzo fa non ha, per fortuna, spento totalmente la temperie innovativa che in questi anni ha reso famoso il nome di Milano nel mondo.
I (due) nuovi grattacieli di Milano
A dimostrarlo ci pensano i (due) nuovi progetti riguardanti i nuovi grattacieli che, nei prossimi anni, cambieranno lo skyline della città che, sotto la Madonnina, sta aspettando di tornare a correre.
La torre-faro di A2A
Quando si parla dei grattacieli e degli edifici che sono pronti a dare un nuovo volto allo skyline di Milano, non si può non chiamare in causa la torre-faro A2A, progetto firmato dalla coppia di architetti Antonio Citterio e Patrizia Viel, che ospiterà i nuovi uffici della una multi-utility italiana, che opera nei settori ambiente, energia, calore, reti e tecnologie per le città intelligenti.
L’obiettivo è quello di realizzare un edificio caratterizzato da un’altezza di 145 metri. Destinata a sorgere in Piazza Trento con una forma che ricorda quella di una ciminiera in omaggio alla vocazione industriale del quartiere – siamo a pochi passi dall’ex scalo ferroviario di Porta Romana – la torre-faro è al centro di un dibattito istituzionale degno di interesse.
Nel gennaio di quest’anno, infatti, è arrivato, da parte dell’ufficio tecnico urbanistico, uno stop al lavoro dei progettisti, a cui è stato chiesto di fornire riferimenti relativi alla rigenerazione della zona circostante la piazza.
Fondamentale è tenere conto anche delle intenzioni di Palazzo Marino che, tramite l’assessore Maran, ha messo in primo piano l’idea di realizzare un percorso pedonale da Via Crema fino al già citato ex scalo ferroviario di Porta Romana.
Si cerca quindi una connessione profonda con una zona che, in questi anni, è stata al centro di numerosi cambiamenti, partiti con l’apertura della Fondazione Prada. A rendere evidente questo concetto ci pensa innanzitutto la scelta di far occupare alla torre un’area ridotta di suolo, mettendo in risalto il valore dello spazio pubblico.
L’edificio D
Rimanendo sempre nella zona sopra citata, ancora tra le meno note della città nonostante i mutamenti che l’hanno riguardata (e che la coinvolgeranno presto, dato che qui sorgerà il nuovo villaggio olimpico per i giochi Milano-Cortina del 2026), non si può non fare riferimento al cosiddetto edificio D.
Altro progetto dello studio Citterio-Viel, è collocato nell’ambito del District Symbiosis di Covivio. Ispirato all’approccio architettonico di Le Courbusier, come sottolineato dai progettisti stessi al Corriere della Sera-Innovazione è stato concepito come spazio di lavoro bello da vivere e con un piano terra che, nel pieno rispetto della filosofia del grande architetto e urbanista francese, appartiene alla natura.